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domenica 18 marzo 2018

Strudel salato.


Solitamente quando si dice "strudel" il
pensiero va al dolce di origine ungherese con le mele, la frutta secca e la marmellata, ma questa volta vorrei proporvi una variante salata di questo piatto, preparata rigorosamente con quello che ho trovato dentro al mio frigorifero ieri sera!

Ingredienti:

  • 1 disco di pasta sfoglia
  • 1 peperone giallo
  • 1 cipolla di tropea
  • 1 zucchina
  • 2 fette di prosciutto cotto
  • 1 peperone rosso
  • 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 2 cucchiai di pangrattato
  • 50 gr di funghi champignon
  • 100 g di stracchino
  • Pinoli q.b.


Lavate la zucchina , il peperone , i funghi e tagliarli a dadini piuttosto piccoli. Affettate la cipolla e fatela rosolare nell’olio, poi unite le verdure.
Cuocete a fuoco basso con il coperchio per 15 minuti girando ogni tanto. Lasciate intiepidire e aggiungete il pangrattato,i pinoli e lo stracchino.
Srotolate la pasta sfoglia e versare il ripieno al centro e stenderlo delicatamente con il dorso di un cucchiaio. Adagiare le due fette di prosciutto sopra al ripeno. Avvolgete la pasta su se stessa, formando un rotolo. Sigillate bene le estremità, adagiate il rotolo cosi ottenuto con la stessa carta forno su una teglia e praticate delle piccole incisioni sulla sfoglia.
Infornate a 200°C per 30 minuti, in forno preriscaldato.
Lasciate intiepidire e servite tagliato a fette.



Song: "I Only Want To Be With You" Dusty Springfield


Oggi vi vorrei parlare di un’artista con cui ho l’onore di condividere il giorno di nascita, Dusty Springfield. L'afosa intimità e straziante urgenza della sua voce  hanno superato l'immagine e la moda, abbracciando tutto, dal pop lussureggiante orchestrato al ruvido R & B alla disco con raffinatezza ed eleganza rendendola una delle cantanti pop-rock più ascoltate della Gran Bretagna negli anni '60. Lei e suo fratello Tom presero confidenza con i successi radiofonici da bambini e poco più che adolescenti formarono un trio folk, gli Springfields, con Tim Field. Il gruppo era un equivalente inglese di Peter, Paul e Mary e ha ottenuto successi nel Regno Unito nel 1962-63 con "Island of Dreams" e "Say I Will not Be There", e ha raggiunto l'American Top 20 nel 1962 con "Silver Threads" e “ Golden Needles”.  Qualche anno dopo il trio si sciolse e Dusty ha continuato da sola la scalata al successo. Verso la fine del 1963 ebbe una hit nella Top 10 britannica con "I Only Want You Be Be You You", canzone in stile Motown che andò al numero 12 negli Stati Uniti all'inizio del 1964 e alla fine dello stesso anno divenne disco d’oro. Grandi compositori la corteggiano e la bella Dusty si trova a cantare “The Look Of Love”,  "I Just Do not Know What to Do With Myself" e "Wishin 'and Hopin"  firmate da Burth Bacharach e brani scritti da Aznavour, Carol King E Randy Newman. Nel 1965 condurrà uno special televisivo in cui ha l'opportunità di dar voce in Gran Bretagna alle star emergenti del rhythm and blues. Lo show, intitolato “The Sound Of Motown” ospita personaggi del calibro di Stevie Wonder, Marvin Gaye, The Miracles, The Supremes e The Temptations ed è l'occasione per il lancio del suo secondo LP, intitolato “Ev'rything's Coming Up” .Nel 1966 fa una cover della canzone di Pino Donaggio " Io che non vivo” che diventa “You don’t have to say you love me”, registrando la voce nella tromba delle scale perchè secondo lei suonava meglio. La canzone è stata  numero uno nel Regno Unito e il numero 4 negli Stati Uniti. Ha continuato a fare tournée e ha fatto apparizioni in TV con Tom Jones, Engelbert Humperdinck e in The Ed Sullivan Show. Nel 1969, con i produttori Jerry Wexler, Arif Mardin e Tom Dowd, incide “Dusty in Memphis” con  il primo singolo di successo internazionale "Son of a Preacher Man” (la canzone era stata scritta in origine per Aretha Franklin che però non l’ha voluta cantare, pentendosene successivamente!). Nel 1970 è tornata al pop con Brand New Me , che conteneva "Land of Make Believe", "Silly Silly Fool". In Inghilterra la sua popolarità diminuì, anche se "How Can I Be Sure", una cover dei Rascals, è stata una hit della Top 40 del 1970 nel Regno Unito. A quel punto aveva totalizzato 17 hit singoli nel Regno Unito e 10 negli Stati Uniti. Alla fine degli anni ’70 Dusty era arrivata al capolinea, neanche quarantenne, fiaccata dall’alcolismo, dalle insicurezze (lo stile di occhi truccati col mascara e i capelli cotonati la rese ammirata e molto imitata, ma lei continuava a vedersi bruttissima), torturata dal disturbo ossessivo-compulsivo di cui soffriva fin da ragazza, costretta dai sensi di colpa a tenere celata la sua omossessualità. Dusty  sarà lontana dalle scene fino alla fine degli anni 80, in cui torna alla ribalta grazie ai Pet Shop Boys, che la vogliono come partner nel brano “What Have I Done to Deserve This?”. Il brano, corredato di videoclip, irrompe al numero 2 delle classifiche sia statunitensi che britanniche. È stata anche protagonista della colonna sonora della serie televisiva “Scandal”, con "Nothing Has Been Proved", e nel 1990 “Reputation” è stato un album dei Top 20 del Regno Unito. Nel 1995 le fu diagnosticato un cancro al seno. Dopo una lunga battaglia con la malattia, morì nella sua casa inglese nel 1999, poco prima della sua introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame .

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