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domenica 24 settembre 2017

Orecchiette integrali alla crema di zucca e gorgonzola piccante.



Pochi ingredienti per una ricetta veramente gustosa, che mescola il dolce della zucca con il piccante del gorgonzola creando un amalgama di sapori veramente unico!

Ingredienti:
  • 400 gr di orecchiette integrali
  • 500 gr di zucca gialla
  • 200 gr di gorgonzola
  • 10 gr di noci spezzettate grossalanamente
  • 1 scalogno
  • sale fino
  • olio extravergine d'oliva

Mondate la zucca e tagliatela a cubetti. Tritate finemente lo scalogno e fatelo soffriggere in una pentola con un filo di olio. Versate anche i cubetti di zucca e fate cuocere, unendo un paio di cucchiai di acqua calda, a fuoco medio, coprendo con un coperchio.Nel frattempo cuocete le orecchiette integrali.Quando la zucca sarà ben morbida, tritatela con un frullatore a immersione e, se troppo densa, allungate con acqua di cottura della pasta.In una padella fate sciogliere il gorgonzola con un po’ di acqua di cottura e poi unite la crema di zucca. Fate saltare la pasta cotta al dente e guarnite con qualche noce tritata grossolanamente. Servite la vostra pasta alla zucca e gorgonzola bella calda.
Album: "Eletric Ladyland" The Jimi Hendrix Experience


The Jimi Hendrix Experience è stata una formidabile session di musicisti per un periodo breve ma importante nella storia del rock. Electric Ladyland è stato l'ultimo di tre album della band e questo LP doppio rappresenta il loro apice creativo e musicale. L'unico album interamente prodotto da Hendrix, le registrazioni sono durate oltre un anno e sono state realizzate in due continenti utilizzando diverse tecnologie (4 piste / 8 tracce). Naturalmente, questo ha portato ad un album molto eclettico che fa emergere il talento di Hendrix in interpretazioni uniche che vanno dal folk al pop al blues psichedelico. Il materiale iniziale di questo terzo album è stato prodotto da Bryan "Chas" Chandler e registrato prima dell’uscita del secondo album del gruppo, Axis: Bold As Love, nel dicembre del 1967. Questo album è stato un successo commerciale Top Ten su entrambi i lati dell'Atlantico e ha spianato la strada a Electric Ladyland alla metà del 1968. A seguito di quelle prime registrazioni a Londra, la produzione ha ripreso durante la primavera del 1968 presso i nuovissimi Record Plant Studios di New York City. Durante questo periodo, Hendrix ha rotto la collaborazione con Chandler e si è assunto le responsabilità di produzione. Inoltre, molte delle tracce dell'album si estendono al di là del suono tradizionale dei tre ,offrendo collaborazioni con una gamma di musicisti esterni. Partiamo dal titolo: Hendrix chiamava "electric ladies" le groupies, quindi ecco a voi il paese delle meraviglie, Eletric Ladyland, perfetta rappresentazione del sognante, psichedelico mondo del rock in 16 tracce!. Si comincia con un brano che Hendrix sapeva poter essere fonte di critiche da parte degli ascoltatori , And the Gods Made Love, e proprio per questo motivo ha scelto di metterlo sul tavolo come agnello sacrificale. Si prosegue con un po’ di blues cantato in falsetto , Have You Ever Been; si passa al  rock’n’roll con  Crosstown Traffic, dopo il quale arriva uno dei grandi capolavori del disco, con il contributo del grande Steve Winwood  (Spencer Davis Group, Traffic, Blind Faith )all’organo e Jack Casady dei Jefferson Airplane al basso: Voodo Child 15 minuti di blues  che accompagnano piano piano l'ascoltatore in un crescendo di improvvisazione strumentale che nei concerti poteva far durare la canzone oltre 18 minuti.  Il secondo lato inizia con Little Miss Strange, traccia vagamente brit pop scritta dal bassista Noel Redding. Il pezzo contiene chitarre elettriche sovrapposte e armonizzate da Hendrix e il grande suono di batteria di  drumming di Mitch Mitchell. Long Hot Summer Night suona molto “Cream”, contiene grandi riff e caratterizza l'ospite Al Kooper al pianoforte. La prima cover dell'album è Come On (part I) di Earl King, una grande versione rock di un pezzo puramente blues, che presenta ben quattro assoli tutti diversi tra loro in un pezzo della durata di soli quattro minuti ; Gypsy Eyes dedicata alla madre del chitarrista è la rappresentazione del perfezionismo di Hendrix in sala di incisione. Il pezzo è stato registrato 50 volte fino a che il bassista Redding si è rifiutato di continuare a provare lasciando che il chitarrista completasse le parti di basso. Chiude questa facciata la lenta, psichedelica ed intrigante Burning Of The Midnight Lamp. Il terzo lato è forse il meno immediato all’ascolto: si apre con  Rainy Day, Dream Away  una canzone blueseggiante realizzata con la collaborazione esterna di molti artisti tra cui il batterista Buddy Miles che suonerà con Hendrix nella Band Of Gypsies dopo lo scioglimento degli Experience;  1983 (A Merman I Should Turn To Be), uno dei pezzi meglio riusciti di questa release, si torna nel campo della psichedelia, da segnalare la presenza al flauto di Chris Wood dei Traffic ed il bellissimo riff portante del brano; l’eterea, visionaria Moon, Turn The Tides. per chiudere con Gently Gently Away è un altro brano lungo e ben strutturato con un superlativo assolo di chitarra ed un finale tra il paranoico e l’allucinante. Il lato finale inizia con la ripresa : Still Raining, Still Dreaming  un po 'più ottimista di canzoni appena ascoltate, quasi come un do-over, ma ancora molto sciolto e sfocato. L'album si riprende con House Burning Down, un funk psichedelico selvaggio, ottimista, con ritmo rock: un ascolto piacevole con una fine selvaggia.
Un’altra cover e forse il pezzo che amo di più di quest’album: All Along the Watchtower, di Bob Dylan. È il brano che a livello sonoro si pone un gradino sopra a tutti gli altri. Dylan ha descritto la sua reazione a sentire la versione di Hendrix in un'intervista: “Mi ha sopraffatto, davvero. Aveva un talento unico, poteva trovare le cose all'interno di un a canzone e svilupparle vigorosamente. Ha trovato cose che altre persone non avrebbero pensato di trovare lì. Probabilmente l’ha migliorata..”.
la track finale è Voodoo Child (Slight Return) caratterizzata da assoli aggressivi di eccezionale bellezza.
Anche per la copertina Hendrix aveva le idee chiare, infatti scrisse una lettera alla Reprise Records descrivendo come avrebbe dovuto essere. L'idea era di utilizzare una foto a colori, scattata da Linda Eastman, la quale ritrae la band seduta assieme a dei bambini sopra una scultura tratta dal romanzo Alice Nel Paese Delle Meraviglie situata a Central Park, a New York. Per l'edizione statunitense, la Reprise Records ignorò la richiesta di Hendrix, utilizzando come copertina una foto che ritrae il chitarrista in primo piano, virato in giallo e rosso, opera di Karl Ferris. Nel Regno Unito, la Track Records invece utilizzò come copertina una foto che ritraeva 20 donne completamente nude, alcune sedute, altre sdraiate, su uno sfondo nero con i seni in evidenza e con in mano un ritratto di Jimi Hendrix. L'impatto sull'opinione pubblica britannica fu pessimo e alcuni negozi iniziarono ad esporre il disco con la parte interna della copertina apribile messa verso l'esterno.
Hendrix stesso si oppose a quella copertina perché riteneva che tutte quelle belle ragazze svestite distogliessero troppo l’attenzione del pubblico dal contenuto del disco..anche se a mio parere quella rimane una delle copertine più interessanti della storia del rock!





domenica 17 settembre 2017

Moussaka vegetariana.




La prima volta che ho assaggiato la moussaka ero a Santorini in vacanza, molti anni fa e l'ho trovata molto buona ma altrettanto "tosta" da digerire a causa della presenza della carne. Ho provata a farla sostituendo il ragù tradizionale con quello "vegetale" ed è nato un piatto altrettanto gustoso e molto più leggero..

Ingredienti:
  • 4 spicchi d'aglio
  • 2 cipolle
  • alcuni rametti di rosmarino e salvia
  • 3 cucchiaini di origano
  • 200 gr. di ceci lessati
  • 100 gr. di lenticchie lessate
  • 400 gr. di polpa di pomodoro
  • sale q.b.
  • 4 foglie di alloro
  • 2 melanzane grandi
  • 2 patate
  • 50 gr di funghi
  • 1 litro di latte parzialmente scremato
  • pepe nero in grani
  • 75 gr. di burro
  • 75 gr. di farina
  • 50 gr. di formaggio feta
  • olio d’oliva

Scaldate un filo d’olio a fuoco medio in una casseruola bella capiente. Aggiungete aglio, cipolla, rosmarino, salvia e 1 cucchiaino di origano. Soffriggete per circa 10 minuti, fino a quando la cipolla sarà appassita.Unite i ceci (con il loro liquido di conservazione), le lenticchie, i funghi, il pomodoro e 2 foglie di alloro. Aggiungete acqua nella misura di una lattina di pomodoro. Salate, portate a bollore, abbassate la fiamma e mettete il coperchio. Lasciate sobbollire per circa 1 ora, fino ad ottenere un ragù bello denso. Eliminate le foglie di alloro.Preriscaldate il forno a 180°C e portate a bollore una pentola d’acqua salata. Tagliate a fette le melanzane e disponetele su una teglia, spolverate con abbondante sale e lasciatele riposare per 10 minuti. Sbucciate le patate e tagliatele a fette, poi immergetele nell’acqua bollente per 3-4 minuti, scolatele e asciugatele accuratamente con un  panno da cucina.Trasferite le patate nella pirofila in cui cucinerete la moussaka (dimensioni 26×33 cm. circa). Salatele leggermente, aggiungete un filo d’olio e 1 cucchiaino di origano. Mescolate. Eliminate il sale dalle melanzane tamponandole con della carta da cucina e disponetele su una o più teglie da forno. Conditele con olio, pepe e il resto dell’origano.Infornate le patate e le melanzane per 30-40 minuti, girandole a metà cottura, fino a quando le patate saranno leggermente dorate. Scaldate il latte in una casseruola, senza farlo bollire, con le restanti foglie d’alloro e il pepe in grani. Filtratelo.
Pulite bene la casseruola e rimettetela sul fuoco per fare la besciamella: sciogliete il burro, aggiungete la farina mescolando molto bene e cucocete per 1 minuto, fino ad ottenere un composto denso che non dovrà, però, prendere colore. versatevi un po’ di latte e mescolate con una frusta. Continuate ad aggiungere il latte poco a poco, amalgamando con la frusta a fuoco lento, fino a che la besciamella si sarà addensata al punto da velare il dorso di un cucchiaio. Lasciatela raffreddare leggermente.Quando le patate, le melanzane e il ragù saranno pronti, iniziate a comporre la vostra moussaka. Versate metà del ragù sulle patate e coprite con uno strato di melanzane (circa metà). Completate con uno strato di ragù e melanzane.Versate la besciamella sulla moussaka fino a ricoprirla bene. Sbriciolatevi sopra la feta , condite con un filo d’olio e infornate per cira 35-40 minuti, fino a quando la superficie sarà bella dorata. Fate intiepidire la vostra moussaka per circa 30 minuti prima di servirla.

 Song: "Love Interruption" Jack White Acoustic Version





Jack White a mio parere è uno degli artisti migliori che siano capitati nel panorama musicale degli ultimi 15 anni. È riuscito a sperimentare una moltitudine di generi diversi (dal rock-blues all' r'n'b, dal country al free-jazz fino al gospel e all'honky-tonk) riuscendo a mantenere una coerenza di fondo e una cifra stilistica unica. Questa domenica vi parlo del suo lato più “intimo”, quello acustico. In “Jack Withe Acoustic Records”  prende alcuni brani  degli  White Stripes, dei  Raconteurs, della sua carriera da solista, più un inedito e mostra tutta la sua vena blues e folk. Una selezione di ventisei brani che spazia dal 1998 al 2016,tra mix acustici e versioni alternative di pezzi più o meno celebri del passato del musicista di Detroit. La collezione è organizzata in modo cronologico,si parte da “Sugar Never Tasted So Good” dell’album omonimo che ha segnato il debutto del duo, passando per“Forever For Her (Is Over For Me)”, “White Moon”, arrivando al pianoforte tormentato di “Honey, We Can’t Afford to Look This Cheap” .Alleggeriscono il clima colonna sonora di White e il lavoro commerciale ("Never Far Away" da Cold Mountain e "Love is the Truth", che è stata utilizzata per lo spot della Coca-Cola del 2006), prima di chiudere il set con una serie impressionante di materiale solista che illustra Jack crescita sostanziale come cantautore negli anni: “Love Interruption”, “Blunderbuss”, il folk-blues scatenato di “Machine Gun Silhouette” e la versione straordinariamente solo voce e chitarra di “Just One Drink”. La traccia della collezione che raccoglie la maggior parte dell'attenzione è "City Lights", canzone inedita scritta per gli White Stripes nella registrazione di “Get Behind Me Satan”. La semplicità del lavoro iniziale di White diventa gradualmente più profonda, il ragazzo  si mette di più in gioco. Sebbene la gioia sfrenata del lavoro iniziale di White sia sostituita da un'auto-serietà riflessiva negli anni successivi che ponderano periodicamente il materiale, le canzoni ancora riescono a sbocciare nel loro modo unico, mentre si adattano perfettamente al meglio del lavoro di White.Negli ultimi anni, White ha spostato gran parte del suo obiettivo creativo dal suo lavoro individuale verso la pubblicazione di uscite per la  sua etichetta Third Man Records. Le band e gli artisti che lo ispirano sono regolarmente portati in performance o in sessioni di registrazione.Ma quando White si lascia fare un lungo sguardo indietro, invece di continuare a guardare avanti - che è sostanzialmente ciò che questa collezione rappresenta - il lavoro che ha contribuito a rendere il suo nome è ancora fiero come un'istantanea di passaggio musicale ispirato da un secolo all'altro .

domenica 10 settembre 2017

Crostata vegan con marmellata di fichi e noci.



Non ho mai pensato all'autunno come a una stagione triste. Le foglie morte e le giornate che si fanno via via più corte non mi hanno mai evocato la fine di qualcosa, piuttosto l'attesa del futuro. Anche quando piove. In quei momenti non provo malinconia, né la sensazione del tempo che passa. Tutto mi pare possibile.”..questa frase del libro di Modiano "Nel caffè della gioventù perduta" descrive perfettamente il mio stato d'animo in questo periodo dell'anno..e per festeggiare un nuovo inizio vi regalo una ricetta vegan tutta da provare!

Per la pasta frolla vegan:

  • 500 farina 00
  • 150 zucchero di canna
  • 1 cucchiaio di amido
  • 120g di olio di semi
  • 1 pizzico di sale
  • cannella qb
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 200 ml circa di latte vegetale

Per la farcitura:
  • 300 gr marmellata di fichi
  • 30 gr noci sminuzzate grossolanamente

 Prima di tutto preparare la frolla mettendo in una ciotola tutti gli ingredienti secchi: farina, zucchero, amido,  lievito, sale e cannella. Unire tutto l’olio agli ingredienti secchi e mescolare in modo da far assorbire l’olio. Iniziare ad aggiungere il latte vegetale, fino ad ottenere una consistenza morbida e non appiccicosa. Impastare bene, prima nella ciotola, poi sul piano da lavoro, fino ad ottenere una bella pallina liscia e omogenea. Avvolgere nella pellicola trasparente e lasciar riposare in frigo per almeno un’ora. Trascorso il tempo indicato stendere la pasta su un foglio di carta forno in una sfoglia sottile e foderate lo stampo (24-26cm) avendo cura di farla aderire bene a tutti gli angoli e bordi. Quindi eliminare l’eccesso con un mattarello e riempire con la marmellata e le noci sbriciolate. Risvoltare il bordo e infornare a 175° per circa 30 minuti.

Song:"Somebody To Love" Jefferson Airplane.


Grace Slick, è sinonimo di Jefferson Airplane. Ironia della sorte, Grace non era un membro originale della band ma l'importanza della sua presenza per ogni fase del gruppo non può essere sottovalutata. "White Rabbit", "Somebody to Love" che ha scritto, hanno contribuito a definire non solo Jefferson Airplane ma anche l'acid rock era. Come una delle prime rock star femminili, Grace ha aiutato a ridefinire il ruolo della donna nella musica moderna come più di un semplice simbolo di sesso sostenuto da una band.Il secondo album di Jefferson Airplane, Surrealistic Pillow è stato un pezzo innovativo di psichedelia rock-folk, e ha avuto una risonanza in tutto il mondo. I Jefferson Airplane non possono essere a considerati pionieri della sperimentazione ma hanno avuto un ruolo non secondario nel traghettare il movimento da ristretta élite a movimento giovanile di massa. Da un lato tutti i loro brani appaiono veri e propri inni generazionali; un pò per i testi, un pò per la voce di Grace Slick – potente e maestosa – quindi perfetta per il formato “inno”. Dall’altro lato diventano veri emblemi del movimento anche per le critiche feroci di vari politici conservatori che guardavano con sospetto – se non addirittura con paura – ai Jefferson Airplane, ai loro espliciti riferimenti all’uso dell’LSD, al loro “legittimare” culturalmente un modo totalmente “altro” di intendere la vita, la libertà, la guerra, i rapporti tra cittadino e stato. Questo li rendeva ai loro occhi, non uno straordinario esempio di libertà artistica, ma uno strumento diabolico di corruzione delle menti dei giovani. Questi motivi – insieme ad altri – hanno legato i Jefferson Airplane a tutto il movimento di San Francisco. Se il primo album, Take Off, appare ancora tanto legato al classico folk-blues rock da non sembrare essere capace di tracciare nuove vie, con Surreallistic Pillow le cose cambiano. L’arrivo della cantante dei Great Society ,Grace Slick ,il ruolo maggiore avuto da Kaukonen rispetto a Balin, rendono l’album il loro primo vero capolavoro e il primo passo verso l’incoronazione a simbolo di un’intera generazione. Undici brani in cui si nota chiaramente che i Jefferson Airplane sanno suonare davvero. Si può affermare che da un punto di vista tecnico l’accoppiata chitarra-basso formata da Kaukonen-Casady non ha rivali nelle varie scene americane. L’ingresso di Grace Slick con la sua voce possente apre nuove strade e rende possibile la creazione di brani che – pur non superando i tre minuti – raggiungono una potenza onirica sorprendente. E’ il caso della superba "White Rabbit", che in appena due minuti crea un crescendo che la rende un caso unico e bizzarro di pop psichedelico. Nella sua semplicità è un vero capolavoro; i testi con i chiari riferimenti all’uso dell’LSD sono un simbolo di un’intera stagione musicale e artistica in senso lato. Altro brano di Slick è la celeberrima "Somebody To Love", coinvolgente rock’n’roll che diventa un vero inno della Summer of Love. Magnifici esempi di blues acido sono "3/5 of a Mile in 10 Seconds" e "She Has Funny Cars" che mostrano capacità tecniche e canore fuori dal comune. Più introspettiva e malinconica, ma non meno psichedelica appare "Today" , superlativa, un magico volo etereo, un sogno a occhi aperti, con la chitarra dell'ospite Jerry Garcia. Kaukonen dimostra di essere un chitarrista di altissimo livello con la strumentale " Embryonic Journey" che è un omaggio al maestro John Fahey. "Plastic Fantastic Lover" chiude in modo diverso; ritmi martellanti, andamento lisergico, cantato nevrotico e brevi sovraincisioni. Sembra quasi preludere al loro prossimo album – After Bathing At Baxter’s (1968) – quello che farà superare davvero ai Jefferson Airplane il classico formato canzone e aprire la strada a nuovi confini da oltrepassare.



domenica 3 settembre 2017

Soulkitchen vs Juxbox Sommelier!



Il mese di settembre si è aperto con una sfida..Soulkitchen Vs Juxbox Sommelier al Festival Della Mentina! In realtà non c'è stato nessun combattimento ma è stata una piacevolissima serata voeuyeristica di degustazione enoculivinilica assieme al mio amico Federico Faggioni.
Durante la serata ci siamo divertiti ad abbinare cibo e vino con parole e suggestioni musicali..Juxbox Sommelier mi ha accolto al suono di “Parole, Parole, Parole” nella versione del complesso di Tadà,cantata da Filippo Timi e Serena Altavilla, offrendomi  un  Perlage Riva Moretta-Valdobbiadene Prosecco d.o.c.g. Biologico, al quale ho risposto con una tartare di avocado con cipollotti, pomodorini ,  glassa balsamica e la voce suadente di Robert Palmer in “Dy’er Mak'er”. A seguire un primo, timballino di riso venere con gamberi e zenzero e in onore della dea ho proposto “Venus” di Frankie Avalon. Juxbox Sommelier ha risposto stappando uno Gewürtztraminer delle cantine produttori Bolzano Südtirol Altoadige e ha messo sul piatto il Re :”I got lucky” di Elvis Presley. Ammaliata da tale scelta ho continuato a prenderlo per la gola proponendogli delle polpettine di melanzane da truffare nello tzaziki e lui, per tutta risposta ha pensato bene di dedicarmi “Ma che bontà!” di Mina..che sfacciato! Ma si è fatto subito perdonare con un bicchiere di Pinot grigio- Jean Paul Roble tenimenti Civa Friuli colli orientali , facendomi volteggiare sulle note di "Jungle fever" di Bill Ador, arrangiamento di Jan Versta, un groove funk in spezia latina. Arrivati al momento più dolce della serata, abbiamo consumato una mousse ai frutti di bosco al suono di “Get it on” dei T.Rex e bevendo Moscato d'asti- Sant'Evasio d.o.c.g.
 Deliziati da tanto buon cibo e buon vino, sulle note di  “Je t'aime moi non plus” ci siamo congedati, con la promessa di rincontrarci presto per incrociare nuovamente musica,forchette e calici!


Un ringraziamento speciale a Irene Malfanti per le bellissime fotografie.