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domenica 22 gennaio 2017

Quadrotti al cioccolato amaro, frutta secca e farro soffiato.



Dolce facilissimo da realizzare e perfetto per soddisfare la voglia di zuccheri quando si ha un calo di energia..o semplicemente per quando si ha voglia di viziarsi senza sensi di colpa!

Ingredienti

  • Cioccolato fondente 100 g
  • Farro soffiato 50 g
  • Frutta secca a piacere 50gr


Per preparare i quadrotti di farro soffiato e cioccolato, iniziate spezzettando grossolanamente tutto il cioccolato con l'aiuto di un coltello poi mettetelo a sciogliere a bagno maria. Tagliate a piccoli pezzi la frutta secca (io ho usato quei mix di frutta disidratata che si trovano al supermercato)
Quando il cioccolato sarà fuso, togliete il pentolino dall'acqua del bagno maria, quindi aggiungete poco alla volta il farro soffiato e la frutta secca e amalgamate il tutto per qualche secondo. Distribuite il composto stendendolo con l’aiuto di una spatola su un foglio di carta da forno
Lasciate solidificare il composto ottenuto in frigo per 4/5 ore. Trascorso il tempo indicato tagliare in piccoli pezzi ..
I quadrotti possono essere conservati in frigorifero in un contenitore chiuso con coperchio o con pellicola trasparente per 5-6 giorni ma vi assicuro che dureranno molto meno perché li mangerete subito!!

Song:"For yor love " The Yardbirds



Nel corso degli anni ’60 gli Yardbirds sono stati, assieme agli Animals, tra i gruppi beat-blues più venerati del pianeta. A differenza della band di Burdon però, che basava il proprio sound sulla voce nera del cantante e sull’organo, gli Yardbirds hanno costruito la loro fama attorno alla chitarra.Non per niente tra le proprie file sono passati tre fra i migliori chitarristi della storia del rock, da Eric Clapton a Jeff Beck, per finire con Jimmy Page. Ognuno di essi ha impresso nella musica del gruppo il proprio DNA; Clapton il blues, Beck il rock psichedelico e Page l’hard rock.La nascita degli Yardbirds può essere fatta risalire al 1962, quando la Metropolis Blues Band, un quartetto fondato l’anno prima da Keith Relf (voce e armonica) e Paul Samwell-Smith (basso), si è fuso con i Suburbitan R&B, formazione che comprendeva Top Topham (chitarra solista), Chris Dreja (chitarra ritmica) e Jim McCarty (batteria).L’unione di questi cinque personaggi ha dato origine agli Yardbirds che indica, in slang, i vagabondi che vivono nelle stazioni.La band ha iniziato a prendere quota grazie a Giorgio Gomelsky, che li ha ingaggiati per suonare nel suo locale, il Crowdaddy di Richmond. Proprio allora il chitarrista Topham se n’è andato ed è stato sostituito da Eric Clapton.Al Crowdaddy gli Yardbirds hanno preso il posto sul palco di un giovane gruppo che aveva fatto fortuna, i Rolling Stones, e come loro si sono fatti notare per le puntigliose riletture dei classici del rock e del blues americani. Famosa è stata anche una loro esibizione con il famoso bluesman Sonny Boy Williamson, apparsa in seguito su vinile. Con lo stesso Williamson il gruppo ha suonato anche al Firts R&B Festival di Birmingham e questo ha dato loro l’imput per cercare i primi contatti con le case discografiche. Dopo il rifiuto della Decca e della CBS, il quintetto ha firmato per la Columbia, con la quale è stato pubblicato l’album Five Live Yardbirds, registrato dal vivo al Marquee di Londra nel marzo del 1964, contenente cover di pezzo R&B.
I primi 45 giri della band, due classici del R&B, I Wish You Would e Good Morning Little Schoolgirl, non hanno però ottenuto il successo desiderato e hanno venduto male. In quel periodo poi, Keith Relf ha avuto alcuni problemi a causa delle ricorrenti crisi di asma. In agosto, al Jazz Blues Festival di Richmond, il cantante è stato sostituito da Mike O’Neill degli Authentics. La svolta nella carriera è arrivata qualche mese più tardi, quando gli Yardbirds hanno partecipato al Beatles Christmas Show, uno speciale televisivo di Lennon e soci, che li ha fatti conoscere al pubblico britannico. A quel punto, grazie anche al nuovo compositore Graham Gouldman, sono balzati in vetta alle classifiche con il nuovo singolo “For Your Love”.A dire il vero il 45 giri ha avuto una genesi piuttosto contrastata. Eric Clapton era contrario alla sua incisione, in quanto troppo lontano dagli standard del blues, ma Samwell-Smith è riuscito a imporlo, registrandolo anche con un arrangiamento abbastanza leggero e vicino al beat, con l’utilizzo dell’organo Hammond del talentuoso Brian Auger.
 The Yardbirds raggiungono il terzo posto della classifica inglese dei 45 giri ma Clapton non apprezza la svolta sonora intrapresa e decide di lasciare il gruppo.
Per la seconda volta il ruolo di chitarra solista resta vacante, finché non si aggiunge al resto della band un nuovo membro – un tale di nome Jeff Beck. The Yardbirds restano sì legati alle radici blues rock degli esordi ma iniziano ad esplorare i territori della psichedelia e dell’hard rock, dando maggiore spazio alla chitarra – che diviene protagonista in un trionfo di assoli, abbandonando di fatto i classici ritornelli da classifica.
Disotrsioni, sperimentazioni, fuzz tone e virtuosismi: si comincia a plasmare un suono nuovo che getterà le basi per il garage rock (e più tardi il punk) ed il rock psichedelico (e più tardi il progressive rock).
“Having a Rave Up with The Yardbirds“, più comunemente “Having a Rave Up“, è un’antologia uscita nel novembre del ’65 per il solo mercato d’oltre oceano e che racchiude i singoli di quel periodo: ai pezzi del repertorio della band (con materiale ancora a cura di Clapton) si affiancano le nuove registrazioni ad opera di Beck.
In questo lavoro, considerato a tutti gli effetti il terzo dei The Yardbirds, gli spunti originali  e innovativi sono sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti.
In ‘Still I’m Sad‘ viene introdotto un canto dalle caratteristiche gregoriane mentre ‘Heart Full Of Soul‘ nella sua versione originale può essere considerato il primo brano raga rock della storia. È la voglia di sperimentare del gruppo o la mania di protagonistmo di Beck a sviluppare e rendere unico il suono dei The Yardbirds e a ridefinire, di fatto, la struttura delle canzoni? Difficile rispondere.
È tuttavia innegabile che gli assoli di Beck abbiano affascinato ed influenzato l’idea di suono e di struttura dei brani, che in seguito verrà ripresa e approfondita da un giovane turnista che si unirà ai The Yardbirds nel 1966, andando a rimpiazzare Paul Samwell-Smith – un tale di nome Jimmy Page.
Quel che avverrà poco dopo, con il cambio totale di line up, i The New Yardbirds e la conseguente nascita dei Led Zeppelin è solo l’inizio di un’altra epocale storia…

sabato 14 gennaio 2017

Vellutata di ceci al latte di cocco


Ascoltando i Beatles nel loro periodo “mistico” mi è venuta voglia di provare questa zuppa orientale.In India i legumi sono conosciuti con il nome “Dal“. Di Dal ce ne sono di diversi tipi, come da noi ci sono varie tipologie di cece (nero, giallo), di lenticchia (nera, verde, rossa), di fagiolo (bianco, rosso, con l’occhio ecc.). Si classificano in base al colore, alla grandezza, alla forma e alla lavorazione (decorticati o meno). Questa minestra è a base del mio legume preferito, il cece. Per la ricetta si usa il “Chana Dal”, che altro non sono che ceci decorticati, ovvero senza la loro pellicina. Non c’è bisogno della confezione di “Chana Dal”, basta avere dei ceci decorticati oppure per farla in manuera più rapida vanno benissimo i ceci lessati in scatola

Ingredienti
  • 250 gr. di ceci già lessati
  • 1 carota
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 piccola cipolla
  • 250 gr. di latte di cocco
  • 500 ml. di brodo di verdura
  • 1 cucchiaino da tè di zenzero fresco grattugiato
  • 1 cucchiaino da tè di curcuma
  • 1 cucchiaino da tè di cumino in polvere
  • ½ peperoncino verde privato dei semi e tagliato a rondelle
  • 1 cucchiaino da caffè di succo di lime
  • Due foglie di cavolo nero
  • Una carota viola
  • Sale

Sbucciate la cipolla e l’aglio e tritateli finemente. Pelate la carota e tagliatela a pezzettini. Scaldate un cucchiaio abbondante d’olio in una pentola con fondo antiaderente, aggiungete la cipolla e l’aglio e rosolate fino a che iniziano a diventare trasparenti, allora aggiungete i ceci, la carota, la curcuma, il cumino, il peperoncino  e il brodo. Cuocete per 20 minuti a fiamma moderata. Togliete la pentola dal fuoco, aggiungete il latte di cocco e lo zenzero e frullate il tutto con un frullatore ad immersione, non rendete, però, troppo fine il composto, qualche cece si deve rimanere intero per dare corpo alla zuppa. Aggiustate di sale e di pepe, insaporite con il succo di lime e servite la zuppa ben calda. Tagliate a striscioline il cavolo e  grattugiate la carota viola a julien.  Mettete sul fuoco una padella antiaderente e fatela scaldare poi tostate leggermente il cavolo e le carote e poi mettetele su ogni piatto di zuppa..

Song: "Dear Prudence" The Beatles

Ieri mi è arrivato "The Beatles" (White album) e ascoltando questa meraviglia assoluta mi è venuta voglia di scrivere qualcosa su “Dear Prudence”, la seconda canzone della prima facciata di uno dei due dischi del disco e fu la seconda canzone registrata con Paul alla batteria  in assenza di Ringo Starr che dopo un diverbio tra i due a proposito di un passaggio di batteria, abbandonò i Beatles per una pausa di riflessione in Sardegna con la famiglia..(tornerà dopo un mese accolto in studio da uno striscione con la scritta “Welcome back”!)
Questa canzone nacque in India ed è connessa a un episodio accaduto s Rishikesh. Protagonista è Prudence Farrow, sorella della celebre Mia, che si trovava all’ashram del Marharishi. Prudence era fermamente decisa ad approfondire il più possibile la meditazione, a sperimentarla abbastanza per poterla successivamente insegnare ma esagera e resta per settimane chiusa nella sua stanza, come in trance. Paul, John , George e Pattie Boyd facevano a turno per andare a trovarla e parlarle ma in vano. Stava per impazzire e alla fine John e George riuscirono a tirarla fuori e George le disse che avevano scritto una canzone su di lei..
"Dear Prudence, won't you come out to play
Dear Prudence, greet the brand new day
The sun is up, the sky is blue
It's beautiful and so are you
Dear Prudence won't you come out and play"
Prudence ne fu estremamente lusingata ma la ascoltò finché non uscì nell’album..



domenica 1 gennaio 2017

Biscotti vegan al burro d'arachidi



Buon anno! La prima ricetta del 2017 sono dei biscotti..lo so, abbiamo mangiato tantissimi dolci durante le feste ma avevo del burro d'arachidi in frigo e ho provato a fare questi per la colazione di domani!

Ingredienti
  • 150 grammi di farina
  • 1 cucchiaino di baking soda (bicarbonato di sodio) 
  • un pizzico di sale
  • 100 gr di brown sugar (zucchero di canna scuro)
  • 100 grammi di margarina vegetale ammorbidita
  • ½ cucchiaino di estratto di vaniglia 
  • 100 grammi di burro di arachidi cremoso


Versare in una ciotola la margarina e il burro di arachidi. Mescolare fino a formare una crema soffice. Incorporare lo zucchero, la farina, il cucchiaino di bicarbonato, il pizzico di sale e la vaniglia. Impastare il tutto
 Una volta ottenuta la frolla, formare delle palline.
Posizionare le palline di pasta su della carta da forno e schiacciare con le mani, in modo da formare dei dischi.
Con la forchetta fare delle striature sui dischi.
Infornare in forno già caldo a 200° per circa 6/7 min.
Sfornare i biscotti e farli raffreddare.

Song: "Forever Changes" Love



“Forever Changes", dei californiani Love, è uno dei più grandi album della storia della musica, uno dei simboli dell’intera stagione psichedelica, uno dei più fulgidi e drammatici esempi di intimità sonora. L’anno è il 1967, lo stesso del  debutto dei The Doors che uscirono per la stessa etichetta (Elektra Records, fino ad allora specializzata in musica folk). I Love erano già al terzo lavoro, ed il precedente Da Capo, con le sue influenze jazz e acide, aveva messo in mostra una grande creatività free form. Invece di proseguire sul quella strada, che verrà dominata da un certo Hendrix, il gruppo cambia direzione allontanandosi dalla strumentazione elettrica e dalla foga rockettara. In quest’opera, le chitarre elettriche non sono presenti in più che tre pezzi, e così anche le tastiere sono quasi del tutto accantonate a favore di una composta ma fondamentale sezione di archi e fiati. Per capire il perché di una scelta così controcorrente rispetto alle tendenze dell’epoca (vedi Jefferson Airplane, Cream, Big Brother & The Holding Co.), bisogna immergersi nell’atmosfera di tali giorni, tra il giugno e l’agosto del 1967 negli studi della Elektra: la band è pressata dai buoni riscontri dei due precedenti album, i membri sono divisi da incomprensioni personali anche a causa dell’uso sfrenato di droghe. Al centro di questo, Arthur Lee, il leader di questo ensemble, è sempre più perso nel suo disagio, e vagheggia su vita e morte, su music-business ed isolamento (dalla canzone “The Red Telephone”: “sitting on the hillside/watching all the people die/I’ll feel much better in the other side”). Dopo delle quasi inconcludenti sessioni di giugno, la band si prende un mese per pensare, comporre, schiarirsi le idee. Tornano in studio ad agosto, e nasce il capolavoro. La prima canzone, “Alone Again Or”composta e cantata dall’altro cardine Bryan McLean, è già un capolavoro dentro il capolavoro: chitarre acustiche e archi, un assolo di tromba dai ricordi latino-americani; la voce di McLean, curiosamente ma volutamente, fu mixata da Lee non in perfetta armonia con gli arrangiamenti e le seconde voci, creando un effetto quasi dissonante e “storto”. La già citata “The House Is Not A Motel” è il pezzo più duro e acido dell’opera, oltre che il più evidentemente drammatico (“the water’s turned to blood”). Altre composizioni imprescindibili “Old Man”, “The Red Telephone” e la conclusiva “You Set The Scene”, mentre merita una menzione a parte la splendidamente arrangiata (e dal titolo chilometrico) “Maybe The People Would Be The Times Or Between Clark And Hilldale”: una canzone incredibile in quanto ad intensità e misura. Arthur Lee pensava era convinto di morire (effetti collaterali dell’LSD?), e questo doveva essere il suo personale requiem. Morirà di cancro molti anni più tardi, dopo una vita di tossicodipendenza e grane legali, ma il suo operato rimane lì, sublimato in "Forever Changes", intoccabile in ogni suo solco. Al pari del debutto Doorsiano, di Surrealistic Pillow dei Jefferson Airplane, questa non è solo storia, è di più.